IL REGNO LONGOBARDO
L'ORGANIZZAZIONE DEL REGNO LONGOBARDO NEL VI SECOLO
Chi esercitava il potere nel primo decennio della dominazione longobarda in Italia?
Nel primo decennio della dominazione longobarda in Italia, il potere fu esercitato dai duchi. Essi erano poco più di una trentina: ognuno di loro aveva il potere sul territorio che controllava e spesso erano in conflitto gli uni con gli altri.
Quando il Regno longobardo iniziò ad assumere l'aspetto di uno Stato unitario?
Nel 584, proprio per contrastare l'eccessiva frammentazione del regno, i duchi nominarono un nuovo sovrano, Autari, dopo che Alboino e il suo successore erano stati uccisi.
Inoltre i duchi cedettero la metà dei loro beni al nuovo re che divenne il più ricco dei proprietari terrieri, cosa che rese più forte il suo potere e iniziò a rendere più unito anche il Regno dei Longobardi.
Quando iniziò anche l'integrazione tra Longobardi ed Italiani?
L'integrazione tra Longobardi ed Italiani iniziò con il successore di Autari, Agilulfo.
Costui sposò la principessa dei Bavari Teodolinda, la quale era cattolica e molto vicina a papa Gregorio Magno: ciò favorì la conversione dall'arianesimo al cattolicesimo dei Longobardi ed un loro avvicinamento alle popolazioni locali.
L'integrazione divenne maggiore soprattutto nelle campagne, dove i contadini e i piccoli proprietari terrieri si mescolavano sempre più con i Longobardi.
Quali altri iniziative contribuirono a rendere il Regno longobardo uno Stato più unito e solido?
Tra le iniziative che contribuirono a rendere il Regno Longobardo uno Stato più unito e solido, vi sono:
- la nomina dei gastaldi, dei funzionari incaricati di amministrare le proprietà del re in modo tale da limitare il potere dei duchi;
- il progressivo cambiamento del ruolo dei duchi che col tempo divennero dei funzionari, alle dipendenze del sovrano, e posti a capo di un distretto formato intorno alle grandi città.
Che cos'è l'Editto di Rotari e perché è importante?
L'Editto di Rotari è una raccolta di leggi scritte emanate nel 643 dal re Rotari.
Esso è particolarmente importante perché, per la prima volta, le leggi longobarde non venivano più tramandate a voce, ma venivano messe per iscritto. In questo modo esse non potevano non essere applicate volutamente o perché dimenticate, ma diventavano obbligatorie per tutti e costituivano la base dell'ordinamento dello Stato.
L'Editto di Rotari, inoltre, vietò le vendette private: alla faida, cioè alla vendetta, si sostituì il guidrigildo, ovvero un risarcimento stabilito dal giudice tenuto conto del danno provocato e della classe sociale alla quale apparteneva l'offeso.
L'Editto fu redatto in latino, a dimostrazione di come i Longobardi si erano romanizzati.