TIBERIO GRACCO E LA RIFORMA AGRARIA
LE RIFORME DEI GRACCHI
Chi cercò di porre rimedio al malcontento che regnava a Roma?
Fu Tiberio Gracco che cercò di porre rimedio al malcontento che regnava a Roma.
Chi era Tiberio Gracco?
Tiberio Gracco era un nobile, appartenente ad una delle famiglie più prestigiose di Roma. Egli era il figlio di:
- Tiberio Sempronio Gracco, che aveva avuto un ruolo importante nelle guerre di Spagna;
- e di Cornelia, figlia di Scipione l'Africano.
Tiberio Gracco fu eletto tribuno della plebe nel 133 a.C.
Cosa fece Tiberio Gracco per porre fine alla crescente povertà del popolo?
Tiberio Gracco, per porre fine alla crescente povertà del popolo, cercò di far approvare una legge di riforma agraria, detta legge Sempronia, secondo la quale il terreno pubblico sarebbe stato assegnato alle famiglie più povere.
Cosa prevedeva esattamente la riforma agraria proposta da Tiberio Gracco?
La riforma agraria proposta da Tiberio Gracco prevedeva che:
- nessuno poteva possedere più di 500 iugeri di terre pubbliche, pari a 125 ettari (infatti uno iugero equivaleva a 0,252 ettari). A questi se ne potevano aggiungere altri 250 iugeri per ogni figlio maschio. In tutto non si poteva superare i 1.000 iugeri di terreni pubblici in proprio possesso. Chi possedeva maggiori terre pubbliche doveva restituire il di più allo Stato. Era comunque previsto un compenso che sarebbe stato concesso a coloro a cui sarebbero state espropriate le terre. Nessun limite era invece posto ai terreni di proprietà privata;
- lo Stato avrebbe suddiviso i terreni restituiti, in quanto eccedenti le quantità massime che potevano essere detenute, in piccoli fondi da 30 iugeri, da assegnare ai cittadini romani poveri.
Una commissione formata da tre membri eletti dai Comizi tribuni doveva controllare tutte le operazioni relative a tali terreni.
Quale era il vantaggio di questa riforma?
Questa riforma aveva il vantaggio di consentire ai ricchi di continuare a detenere grandi estensioni di terreni, ma al tempo stesso avrebbe permesso ai disoccupati, poveri e agitati, di tornare ad essere tranquilli contadini.
Per evitare che i piccoli proprietari terrieri si ritrovassero di nuovo ad essere nullatenenti veniva stabilita l'impossibilità di vendere i terreni che fossero stati loro assegnati.
Quale fu la reazione dei nobili a questa proposta di legge?
Per i nobili questa riforma avrebbe rappresentato la perdita di parte dei loro redditi, ma anche la perdita del controllo di una massa di persone che, potendo tornare al proprio lavoro nei campi, non poteva più essere manovrata durante le elezioni.
La nobiltà, allora, portò dalla propria parte il tribuno della plebe Marco Ottavio Cecina che oppose il veto alla riforma.
Tiberio si rivolse ai Comizi chiedendo la deposizione del tribuno che aveva avuto un comportamento contrario agli interessi del popolo. La proposta di deporre il tribuno Ottavio Cecina fu approvata all'unanimità: era questo, però, un atto incostituzionale dato che i Comizi non potevano revocare la nomina di un tributo.
Cosa accadde in seguito alla deposizione di Ottavio Cecina?
Dopo la deposizione di Ottavio Cecina la riforma agraria fu approvata e venne creata la commissione che doveva occuparsi della redistribuzione delle terre pubbliche.
Tuttavia, l'applicazione della legge fu piuttosto difficile dato che i contadini non avevano i mezzi necessari per mettere a coltura i terreni che venivano loro assegnati e c'era quindi bisogno, di concedere loro dei finanziamenti affinché potessero acquistare attrezzi, sementi e bestiame per far rinascere la piccola proprietà terriera.
Come pensò, Tiberio, di risolvere il problema?
Proprio nel 133 a.C. Attalo III, non avendo figli, lasciò in ereditàil suo regno e i suoi averi a Roma.
Tiberio Gracco pensò di utilizzare tali beni per finanziare la ricostruzione delle fattorie dei piccoli contadini. Egli fece una proposta, in tal senso, che presentò ai Comizi.
Quale fu la reazione del Senato di fronte alla scelta di Tiberio?
Ancora una volta la decisione presa da Tiberio Gracco fu vista dal Senato come un tentativo di scavalcare la sua autorità: infatti si trattava di una decisione di politica estera che competeva al Senato e non ai Comizi.
Come rispose Tiberio Gracco all'opposizione della nobiltà?
Tiberio Gracco, di fronte all'opposizione della nobiltà, temendo che la legge agraria potesse non trovare una piena applicazione, per poter seguire personalmente la sua attuazione, ripropose la sua candidatura come tribuno per l'anno successivo.
Quale fu la reazione della nobiltà?
La nobiltà sfruttò a proprio vantaggio una disposizione che prevedeva che tra una magistratura e l'altra dovessero trascorrere 10 anni. Per questa ragione fu mossa contro di lui l'accusa di voler diventare un tiranno.
In questo modo la nobiltà cercò di impedirgli di portare a termine la riforma agraria.
Come si svolsero le elezioni per eleggere il tribuno della plebe?
Le elezioni per eleggere il tribuno della plebe si svolsero nel mese di luglio, quando molti dei contadini erano impegnati nei lavori nei campi. Di conseguenza, coloro che erano maggiormente interessati, alla questione, finirono col non poter votare.
Come si concluse il contrasto tra la nobiltà e Tiberio Gracco?
Il contrasto tra la nobiltà e Tiberio Gracco si concluse con la morte di quest'ultimo, assassinato insieme a molti dei suoi sostenitori nel 132 a.C. durante una serie di tumulti scoppiati a Roma.