LA POLITICA DI ALESSANDRO MAGNO
LA POLITICA TOLLERANTE ED INTEGRATICE DI ALESSANDRO MAGNO
Perché diciamo che Alessandro Magno adottò una politica tollerante?
Possiamo affermare che Alessandro Magno adottò una politica tollerante in quanto rispettò sempre gli usi, i costumi, i culti delle popolazioni sottomesse.
Egli si pose, come obiettivo, quello di eliminare ogni distinzione tra vincitori e vinti, di parificarli e di favorire la loro fusione.
In che modo Alessandro Magno favorì l'integrazione tra vincitori e vinti?
Diverse furono le azioni intraprese da Alessandro Magno al fine di favorire l'integrazione tra vincitori e vinti.
Innanzitutto lui non si pose, a capo del suo regno, come un principe macedone, bensì come un monarca orientale assumendo il titolo di re di Persia e adottando il fasto e i costumi dell'antica corte persiana.
Lasciò i governanti persiani a capo delle loro province.
Spronò i suoi soldati a sposare le donne persiane, ed egli stesso sposò la figlia di un principe persiano.
Affiancò ai suoi soldati, uomini persiani, che vennero addestrati secondo gli usi macedoni.
Quali furono le caratteristiche del nuovo impero di Alessandro Magno?
Il nuovo impero di Alessandro Magno fu caratterizzato:
- da un ordinamento militare di tipo macedone;
- da un'organizzazione politica e finanziaria di tipo persiano. Egli conservò le satrapie, ma il satrapo esercitava solo il potere civile, mentre quello militare era affidato ad un comandante militare. I funzionari civili erano scelti tra le popolazioni locali in modo che conoscessero meglio abitudini e lingue del luogo;
- dalla cultura greca.
Tutto ciò fu sempre ben accettato dai Macedoni?
Non sempre i Macedoni videro di buon occhio questa fusione tra popolazioni vincitrici e popolazioni vinte.
Vi furono, ad esempio, alcune resistenze quando nei corpi scelti dell'esercito macedone furono inseriti i soldati persiani.
Quali conseguenze ebbe la politica di Alessandro Magno sui suoi rapporti con la Grecia?
Nella confederazione di Corinto Alessandro Magno si era assunto l'incarico di difendere le città greche dal nemico persiano e di garantire l'autonomia delle poleis.
La creazione di un unico impero, nel quale non vi erano distinzioni tra vincitori e vinti, e nel quale non vi erano confini nazionali, era in contrasto con il ruolo che Alessandro aveva preso nei confronti delle città greche.
Anche la divinizzazione del sovrano, cioè il considerare il sovrano come una divinità, tipica dei paesi orientali, contrastava con la tradizione greca nella quale si considerava la vita politica come un fatto umano dove entravano in gioco gli interessi dei vari gruppi sociali.