GUERRA CIVILE TRA CESARE E POMPEO

LA SECONDA GUERRA CIVILE

Qual era la situazione a Roma quando Cesare concluse la guerra gallica?

Quando Cesare concluse la guerra gallica, Crasso era già morto in Siria (53 a.C.) con la conseguenza che era venuto meno l'uomo che bilanciava il potere tra Cesare e Pompeo.

Nel 52 a.C. era morto anche Clodio, che fiancheggiava Cesare a Roma.

Nel frattempo erano scoppiati dei disordini e il Senato aveva conferito pieni poteri a Pompeo nominandolo console senza collega, una sorta di dittatura seppure chiamata in modo diverso.

Cosa rappresentava questa nomina per Pompeo?

Questa nomina rappresentava, per Pompeo, il raggiungimento di un traguardo molto ambito: era diventato l'uomo di fiducia del Senato a cui, quest'ultimo, affidava il compito di difendere la Repubblica.

In questo modo, Pompeo controllava tutto il territorio dello Stato e aveva a disposizione l'esercito e le entrate pubbliche.

Cesare, invece, governava solamente su due province e poteva avvalersi soltanto delle legioni dislocate in Gallia.

Cosa fece Pompeo dopo questa nomina?

Dopo questa nomina, Pompeo si preoccupò di ristabilire l'ordine.

Inoltre si fece prorogare per altri 5 anni la nomina a proconsole della Spagna scegliendo, però, di rimanere sempre a Roma e lasciare la guida della provincia ai suoi generali, così come aveva fatto in passato.

Inoltre Pompeo riuscì a convincere il Senato a togliere a Cesare il controllo delle Gallie prima del tempo stabilito: egli, dunque, sarebbe dovuto tornare a Roma come privato cittadino.

Cosa decise di fare Cesare?

Cesare decise di difendere i suoi diritti.

Nel 49 a.C. egli attraversò, con una sola legione, il Rubicone che rappresentava il limite oltre il quale non ci si poteva avvicinare a Roma con eserciti armati senza essere dichiarati nemici dello Stato, così come aveva stabilito Silla.

Con questo gesto Cesare proclamava l'inizio della seconda guerra civile. Famosa è rimasta la sua frase: "Il dado è tratto".

Che significato aveva lo scontro tra Cesare e il Senato?

Roma aveva ampliato i suoi confini diventando uno Stato vasto, ricco, ma anche carico di problemi e di conflitti. A ciò si aggiungeva il fatto che, coloro che governavano le province avevano un enorme potere, potevano creare alleanze ed erano sostenuti dalle loro legioni.

Il Senato, preoccupato soprattutto di difendere la propria autorità, ormai non era più in grado di governare questa nuova realtà.

E il fatto che esso fosse ricorso alla forza militare di Pompeo ne era la dimostrazione: il Senato da solo non era in grado di far fronte alle nuove situazioni venutesi a creare e, tra Cesare e Pompeo, aveva scelto l'uomo ritenuto meno pericoloso.

Come reagirono Pompeo e il Senato al passaggio del Rubicone di Cesare?

Né Pompeo, né il Senato e i senatori si aspettavano il passaggio del Rubicone da parte di Cesare. Poiché Pompeo non aveva forze sufficienti per combatterlo, decise di fuggire a Brindisi dove si imbarcò per l'Oriente sperando di poter organizzare la difesa grazie agli aiuti dei sovrani del luogo.

Cesare arrivò a Brindisi quando ormai Pompeo era riuscito a partire.

Successivamente Pompeo formò a Salonicco, in Grecia, un governo provvisorio.

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Cosa fece Cesare di fronte alla fuga di Pompeo?

Cesare, di fronte alla fuga di Pompeo, tornò a Roma, dopodiché si diresse in Spagna dove lottò contro i seguaci di Pompeo.

Cosa accadde quando Cesare tornò a Roma?

Quando Cesare tornò a Roma fu nominato dittatore.

Egli, però, rifiutò il titolo e si fece eleggere console insieme a Publio Servilio, in modo da creare un governo legittimamente costituito che si contrapponesse a quello formato da Pompeo.

Quale fu la mossa successiva di Cesare?

La mossa successiva di Cesare fu quella di sbarcare a Durazzo, nel 48 a.C., città che Pompeo aveva fatto fortificare.

Cesare tentò di assediare Durazzo, ma non vi riuscì.

Dato che Pompeo ebbe distrutto tutte le navi di Cesare, rendendogli così impossibile la ritirata, Cesare dovette proseguire verso l'interno, in Tessaglia, anche per trovare viveri per i suoi uomini.

Come proseguì la lotta tra Cesare e Pompeo?

L'esercito di Cesare e quello di Pompeo si scontrarono a Farsalo nel 48 a.C.

Qui Cesare riportò un'importante vittoria, mentre Pompeo si rifugiò in Egitto dove venne ucciso dal re Tolomeo. Quest'ultimo sperava, con l'uccisione di Pompeo, di farsi amico Cesare e di portarlo dalla sua parte nella lotta che lo vedeva coinvolto con la sorella Cleopatra per la divisione del regno.

Ma Cesare, una volta giunto in Africa, non premiò Tolomeo anzi, gli tolse il trono e lo affidò alla sorella nel 47 a.C. L'Egitto entrò, così, sotto l'influenza romana.

Cosa stava accadendo, intanto in Asia?

In Asia, Farnace, re del Ponto e figlio di Mitridate, approfittò della situazione venutasi a creare per occupare la Bitinia e la Cappadocia.

Quale fu la risposta di Cesare?

Cesare, per tutta risposta, lasciò l'Egitto nel 47 a.C. e tornò in Asia dove sconfisse Farnace a Zela in soli 5 giorni. Egli diede la notizia ai Romani della sua repentina vittoria con il famoso veni, vidi, vici, ovvero venni, vidi, vinsi.

Come si concluse la guerra civile?

Un folto gruppo di pompeiani, compresi Catone e i figli di Pompeo Sesto e Gneo, si era rifugiato in Africa dopo la sconfitta di Farsalo.

Per questo Cesare si recò in Africa e, nel 46 a.C., sconfisse l'esercito pompeiano a Tapso in una battaglia decisiva.

Sesto, Gneo e alcuni loro compagni, si rifugiarono in Spagna. Molti uomini dell'oligarchia repubblicana, come Catone, preferirono uccidersi piuttosto che essere catturati da Cesare.

Cesare creò, in Numidia, una nuova provincia dal nome Africa Nova.

Nel 45 a.C. Cesare sconfigge l'ultima resistenza pompeiana a Munda in Spagna mettendo fine alla guerra civile.


Luoghi della guerra civile tra Pompeo e Cesare

 
 
 


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