LA CORRUZIONE NELLA CHIESA DEL MEDIOEVO
VESCOVI-CONTI, SIMONIA E NICOLAISMO
Quali furono le cause principali della corruzione della Chiesa intorno al 900?
Tra le cause principali della corruzione della Chiesa intorno al 900, vi erano:
- l'eccessivo potere temporale;
- l'influenza politica dei vescovi e degli alti prelati;
- la pratica della simonia;
- il nicolaismo.
Come l'eccessivo potere temporale contribuì alla corruzione della Chiesa del Medioevo?
L'eccessivo potere temporale contribuì alla corruzione della Chiesa del Medioevo in quanto vescovi ed abati erano intenti, soprattutto, ad accumulare ricchezze.
Le somme che provenivano dalle decime e dalle donazioni dovevano, in teoria, servire ad aiutare i poveri e a curare gli ammalati. Nella pratica, però, esse venivano usate dai vescovi per avere una vita agiata e finivano con l'accrescere il potere della Chiesa.
Chi erano i vescovi-conti e quale fu il loro ruolo nella diffusione della corruzione all'interno della Chiesa?
Molti vescovi avevano ricevuto l'incarico di gestire vasti territori da parte di sovrani e grandi feudatari assumendo la veste di vescovi-conti.
Tale consuetudine, iniziata con Carlo Magno, era continuata con gli imperatori germanici ed era vista come una pratica molto conveniente dato che, poiché i vescovi non avevano figli, alla loro morte il feudo da loro amministrato non passava agli eredi, ma tornava nella disponibilità del re.
Che cosa si intende per simonia?
Per simonia si intende la vendita di cariche religiose al miglior offerente.
Questo termine nasce da un episodio degli Atti degli Apostoli nel quale, mentre Pietro era intento ad imporre lo Spirito Santo ad alcuni discepoli, un uomo di nome Simon Mago gli chiese quanto avrebbe dovuto pagare per ottenere il medesimo potere. Pietro gli rispose risentito: "Il tuo danaro vada in perdizione con te."
La Chiesa ha sempre considerato la simonia un grave peccato, ciò nonostante essa era molto diffusa nel Medioevo.
Cosa si intende per nicolaismo?
Per nicolaismo si intende la pratica abbastanza seguita tra i preti dell'epoca di avere moglie e figli, nonostante la regola del celibato prevista dalla Chiesa per i presbiteri e i monaci.