LA GUERRA SOCIALE NELLA ROMA REPUBBLICANA

LA CONCESSIONE DELLA CITTADINANZA AGLI ITALICI

Come erano i rapporti tra Romani e Italici?

I rapporti tra Romani ed Italici erano tesi.

Gli Italici non accettavano il fatto che non venisse loro riconosciuta la cittadinanza.

Quali privilegi comportava la cittadinanza romana?

La cittadinanza romana comportava una serie di importanti privilegi:

  • la riduzione delle tasse;
  • l'assegnazione di terre nei territori conquistati;
  • il diritto di essere giudicati solamente dai tribunali di Roma.

Quando le tensioni tra Romani e Italici aumentarono?

Le tensioni tra Romani e Italici aumentarono quando i Romani decisero di cacciare da Roma gli Italici che vi risiedevano senza averne diritto.

Cosa si intende per guerra sociale?

Per guerra sociale si intende la guerra scoppiata tra i Romani e i suoi alleati, detti soci.

Quanto scoppiò la guerra sociale?

La guerra sociale scoppiò nel 91 a.C.

Quale fu la scintilla che fece scoppiare la guerra?

La scintilla che fece scoppiare la guerra fu l'assassinio del tribuno Marco Livio Druso che voleva concedere la cittadinanza romana agli Italici.

LA LEZIONE PROSEGUE SOTTO LA PUBBLICITA'

Come reagirono gli alleati di fronte all'omicidio di Livio Druso?

Di fronte all'omicidio di Livio Druso gli alleati si ribellarono.

La rivolta coinvolse molti popoli: i Piceni (attuali Marche), i Marsi e i Peligni (Abruzzo), i Sanniti (Campania).

Costoro fondarono una repubblica indipendente la cui capitale fu chiamata Italica: si trattava della città di Corfinio presso Sulmona.

La scelta del nome Italica voleva proprio sottolineare le aspirazioni degli alleati.

Come organizzarono la loro repubblica gli alleati?

Gli alleati organizzarono la loro repubblica sul modello romano. Vi erano:

  • 2 consoli;
  • 12 pretori;
  • un Senato formato da 500 membri.

Come si svolse la guerra sociale?

La guerra sociale fu combattuta, per tre anni, nell'Italia centro-meridionale.

Fu una guerra molto dura poiché gli Italici avevano messo su un esercito di circa 100.000 uomini. Essa è considerata la guerra più dura dopo la seconda guerra punica.

Durante il primo anno di guerra i Romani subirono molte sconfitte.

Quale rischio correva Roma?

Roma correva il rischio che, quelle popolazioni che non si erano ancora schierate né con i Romani né con i suoi alleati, viste le sconfitte dei primi, si unissero agli Italici.

Cosa fece Roma per evitare tale rischio?

Per evitare questo rischio fu emanata a Roma la legge Giulia proposta dal console Lucio Giulio Cesare nel 90 a.C.

Essa concedeva la cittadinanza romana a quelle città che sarebbero rimaste fedeli a Roma.

Successivamente venne emanata la legge Plauzia-Papira, dai nomi dei due tribuni che la proposero: essa estendeva la cittadinanza romana a coloro che, entro 60 giorni, si fossero sottomessi.

I ribelli diminuirono di numero e iniziarono a non essere più così compatti come prima.

Come si concluse la guerra sociale?

Nell'88 a.C, la guerra sociale si concluse con Roma che riprese il pieno controllo dell'Italia centro-meridionale.

Gli Italici ottennero tutti la cittadinanza romana ad eccezione di quelli sottomessi con la forza.

La concessione della cittadinanza agli Italici consentì un loro effettivo inserimento nella vita politica di Roma?

La concessione della cittadinanza agli Italici non consentì loro di essere effettivamente inserimenti nella vita politica di Roma.

Infatti essi furono iscritti solamente in 8 delle 35 tribù in cui era suddivisa la popolazione romana. In questo modo, la presenza dei nuovi cittadini romani, non modificava di molto quella che era la fisionomia del corpo elettorale e la politica di Roma.

 
 
 


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