LE TRASFORMAZIONI POLITICHE NELLA REPUBBLICA ROMANA

LA CRISI POLITICA DI ROMA DOPO LE GRANDI CONQUISTE

Come cambiò il sistema politico romano dopo le grandi conquiste territoriali?

Dopo le grandi conquiste territoriali dei romani il sistema politico cambiò.

Aumentò il numero dei magistrati poiché essi dovevano essere mandati a governare nelle province.

Costoro, nella guida dei nuovi territori conquistati, godevano di piena autonomia. Ciò rappresentò una rinuncia al principio della collegialità che caratterizzava la costituzione romana e che aveva lo lo scopo di evitare ingiustizie e dispotismi.

Il potere dei Comizi, a cui spettava il compito di nominare i maggiori magistrati, era notevolmente diminuito dato che il mandato dei consoli era spesso prorogato dal Senato per permettere agli stessi di portare a termine le loro battaglie.

Durante le guerre di conquista il potere dei capi militari era aumentato e spesso, costoro, intervenivano anche in materie che non erano di loro competenza come la diretta conclusione di trattati di pace con i nemici, che teoricamente competeva al Senato.

Quali carenze dello Stato si manifestarono in seguito alla crescita dei territori controllati da Roma?

In seguito alla crescita dei territori controllati da Roma si manifestarono delle carenze dello Stato: la creazione delle province rendeva necessario inviare funzionari che fossero in grado di svolgere compiti amministrativi, giudiziari, finanziari.

I Romani affidarono tali compiti ai privati. Ad esempio, i pubblicani, erano addetti alla riscossione dei tributi. Essi erano chiamati cosi perché esattori dei pubblica vectigalia, cioè delle tasse che lo Stato esigeva su alcuni beni.

Quale erano i rapporti tra Romani e Italici dopo le guerre di conquista?

I rapporti tra Romani e Italici, dopo le guerre di conquista, tornarono ad essere tesi.

Gli Italici, che avevano contribuito alla enorme crescita territoriale di Roma, erano stati esclusi dalla distribuzione delle terre conquistate. La divisione dei bottini di guerra, infatti, avveniva soltanto tra chi godeva della cittadinanza.

Essi, inoltre non avevano ottenuto il diritto di voto.

Quale era la situazione politica a Roma dopo le guerre di conquista?

Dopo le guerre di conquista, la vita politica a Roma era dominata dalla nobiltà.

I nobili detenevano il potere al Senato e avevano nelle loro mani quasi tutte le magistrature.

In questo modo, essi, riuscivano ad ottenere le cariche più importanti e più remunerative, come il governo delle province e anche le migliori condizioni nella spartizione dei bottini di guerra.

LA LEZIONE PROSEGUE SOTTO LA PUBBLICITA'

Quali furono le principali cause della crisi politica della repubblica romana?

Due furono le principali cause della crisi politica della repubblica romana:

  • l'eccessivo potere nelle mani dei nobili. Se sul piano giuridico vi era una certa parità di diritti e di doveri tra patrizi e plebei, nella realtà si era tornati ad una situazione di potere esclusivo dei patrizi;
  • la nascita della classe dei cavalieri che si poneva tra le due precedenti. Essa era dotata di un forte potere economico ed era desiderosa di conquistare anche il potere politico.

Cosa generò, questa situazione, nella società romana?

Questa situazione generò nella società romana una netta frattura tra:

  • la minoranza degli aristocratici, da una parte, che voleva mantenere ad ogni costo il potere;
  • i cavalieri e il popolo, dall'altra, che erano due classi con interessi e necessità molto diversi, ma che erano consapevoli che insieme rappresentavano la maggioranza dei cittadini e che quindi erano disposti ad unirsi per raggiungere i propri obiettivi.

Come era cambiato il funzionamento delle assemblee?

Il funzionamento delle assemblee era cambiato poiché esse non potevano più fare affidamento sulla presenza dei contadini, lontani da Roma e impegnati a combattere lunghe guerre.

Per questa ragione esse finivano con l'essere composte da una classe sociale molto varia, facilmente controllabile dai politici più potenti.

Chi erano i proletari e che ruolo ebbero nella crisi politica romana?

I proletari erano coloro che non possedevano nulla se non la prole, cioè i figli.

I proletari erano:

  • ex-contadini che erano stati costretti a vendere i loro terreni;
  • gente che viveva dell'assistenza pubblica grazie alla periodica distribuzione di grano o di lavori occasionali.

Si trattava di persone povere e disperate e, di conseguenza, facilmente manovrabili dal punto di vista politico.

 
 
 


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