LA CADUTA DELL'IMPERO ARABO

La caduta dell'Impero arabo si ebbe verso la metà dell'XI secolo, dopo circa 4 secoli di vita.

A determinare la fine dell'Impero arabo fu l'arrivo dei Turchi.

Questi ultimi, provenienti dalle steppe dell'Asia centrale, erano emigrati nella Persia settentrionale dove, entrati in contatto con gli Arabi, avevano abbracciato l'islamismo.

Intorno al 1050 i Turchi attaccarono l'Impero arabo e nel 1055 conquistarono Baghdad e tutta l'Asia Minore: un sultano turco fu posto a capo dell'Impero.

Dopo la conquista dell'Impero arabo, i Turchi si diressero verso le coste del Mediterraneo, conquistarono la Siria e la Palestina, fino a giungere ai confini dell'Impero bizantino.

La Palestina era il luogo in cui era vissuto Gesù e dove si recavano in pellegrinaggio i cristiani.

Gli Arabi non avevano mai impedito ai cristiani di recarsi in Terra Santa, cosa che accadde, invece, con il dominio dei Turchi.

I pellegrini e i mercanti che erano riusciti a fuggire alle loro violenze, una volta tornati in Europa, avevano raccontato ciò a cui avevano assistito.

Nacque così l'idea che era compito dei cristiani andare a liberare Gerusalemme poiché la cristianità era in pericolo ed era necessario intervenire per scongiurare questo rischio.

Alla base delle Crociate non vi furono solamente motivazioni religiose, ma anche ragioni economiche.

I nobili speravano di poter conquistare nuove terre, mentre i poveri si auspicavano di poter riuscire ad avere un futuro libero. Alcune stagioni particolarmente piovose avevano comprosmesso i raccolti con la conseguenza che, povertà e malcontento, crescevano sempre di più in Europa.

Le repubbliche marinare, inoltre, speravano con l'occasione di noleggiare le proprie navi e di aumentare i propri traffici con l'Oriente.

Infine, i Bizantini auspicavano che, in questo modo, si potesse fermare l'avanzata dei Turchi.